Il duetto è una forma vocale, un dialogo in musica.
Utilizzando esempi sonori di vario genere e periodo viaggeremo dal ‘700 al ‘900, dal melodramma all’opera rock, avvalendoci di un unico filo conduttore: il duetto.
Dare la definizione di duetto non è cosa complicata. E’ una forma vocale per due esecutori, un dialogo in musica. I due protagonisti hanno ovviamente uguale importanza e alternano, all’interno della composizione, frasi individuali e frasi d’assieme.
La composizione che contiene la forma del duetto, e alla quale ha dato maggior fama e visibilità, è senz’altro il melodramma; tuttavia è anche una forma a sé stante, quindi senza collegamenti con altri pezzi.
Ora inizieremo ad analizzare una serie di duetti di epoche e generi differenti, per evidenziarne gli aspetti sonori più caratteristici. Non solo melodramma, non solo duetti d’amore, ma sei esempi sonori tutti con peculiarità specifiche, ad esempio: due voci femminili, due voci maschili, duetto buffo (maggiore virtuosismo) o serio (maggiore espressività), ecc. ecc.
Partiamo dal primo brano: un duetto a sé stante, eseguito da due voci femminili – un mezzosoprano ed un soprano, buffo – con prevalente virtuosismo. Ascolteremo e vedremo un frammento del “duetto dei gatti“.
Questo brano, sino a qualche decennio fa, era attribuito a Gioacchino Rossini mentre, ad oggi, ne viene data la paternità al compositore inglese Robert Lucas de Pearsall.
L’esecuzione a cui ora assisteremo è tratta da uno sceneggiato televisivo degli anni ’70 dal titolo “Paganini”. In questa scena vedrete la presenza di Rossini al pianoforte, mentre prova con le due cantanti: ciò fa pensare che all’epoca ne venisse quindi ancora data l’attribuzione al compositore pesarese.
A questo punto gustiamoci un frammento del “duetto dei gatti” …