Così come la tonalità di un colore è più indicata per una persona piuttosto che per un’altra, così la tonalità – o scala musicale – viene scelta dal compositore pensando alle caratteristiche dell’esecutore.
Voi sapete cambiare la tonalità di un brano? No? Vi sembra impensabile? Guardate il video e scoprirete quante volte lo avete fatto!!!
Parliamo di tonalità! La troviamo indicata nei titoli dei brani, prevalentemente in ambito classico: sinfonia in RE maggiore, sonata in DO maggiore ecc ecc. Le tonalità, o scale, sono sia maggiori che minori; a tale proposito pare opportuno suggerirvi la visione di un precedente video che riguarda proprio il “modo” e che vi può fornire maggiori informazioni in merito al “carattere” del brano.
L’ambito di oggi è più tecnico e riguarda la scala di un brano, la sua tonalità (per saperne di più: tonalità), ponendoci una domanda in particolare: qual è il motivo per cui un compositore ne usa una piuttosto che un’altra?
A parte qualche amore particolare di alcuni compositori per predilette tonalità, il motivo è di ordine pratico, molto concreto: il compositore la decide in funzione delle caratteristiche dell’esecutore, di chi deve eseguire la sua composizione, di quale strumento, di quale voce, di quale gruppo…
Soffermiamoci su un aspetto che forse non abbiamo ben presente: una melodia, un brano, una canzone – e via discorrendo – possono essere eseguite in qualunque scala. Facciamo un esempio pratico?
Ora vi suono l’inizio di Fra Martino campanaro in DO maggiore, in Re maggiore, in MI, in FA eccetera eccetera. Come avete sentito eseguendo un brano in qualunque scala, non cambia la melodia ma, partendo da note diverse, cambia l’altezza!
E’ importante sottolineare che, se cambio nota di partenza, devo comunque rispettare i precisi rapporti tra le note per far sì che la melodia risulti corretta…
Ho dovuto leggere e ascoltare un paio di volte, ma alla fine ho capito!
😀
QUESTA SIGNORA SI ESPRIME PIù CHIAREMENTE DI TUTTI.
UN PASSO L’HO FATTO