La famiglia degli ottoni: potenza ma anche dolcezza, irruenza e morbidezza.
Come sempre l’ascolto ci permetterà di confermare ciò che già sappiamo e magari … arricchirà il nostro bagaglio di conoscenze.
Ottoni, parliamo degli ottoni. Questo gruppo è una sottofamiglia degli strumenti a fiato e vengono chiamati ottoni ovviamente per il materiale di cui sono composti.
Proseguiamo con la descrizione di questo gruppo iniziando con l’elenco degli strumenti più tipici e conosciuti. Se parliamo di tromba e trombone tutti sanno che sono ottoni; magari altri, come il corno “francese” e la tuba, sono meno conosciuti e meno famosi. Se pensiamo al timbro di questi strumenti immediatamente un aggettivo che si affaccia alla nostra mente è “squillante“.
Tuttavia, conoscendoli maggiormente, scopriremo ad esempio che il corno francese ha una timbrica molto più morbida che ben si amalgama ai “legni“, e che tutti questi strumenti non solo suonano “forte” ma possono eseguire brani di estrema dolcezza e pulizia. E’ vero che, nell’aspetto più tipico di questa famiglia, la potenza sonora rimane comunque il segno distintivo e, grazie a questa caratteristica, sono molto utilizzati in gruppi strumentali che operano all’aperto, come la banda.
L’emissione del suono e la produzione delle note avvengono grazie alla modifica della colonna d’aria. La colonna d’aria viene allungata o accorciata attraverso sistemi di valvole azionate da pistoni (ad esempio la tromba) o da leve (ad esempio il corno). Nel trombone, invece, si utilizza la coulisse che permette alla colonna di allungarsi o accorciarsi per la produzione delle varie note. L’imboccatura degli ottoni è a bocchino, una sorta di imbuto su cui poggiano le labbra degli strumentisti per l’inserimento del fiato.
Ora ascolteremo e vedremo gli ottoni in un brano dove emergono alcune delle tante difficoltà che caratterizzano questi strumenti, ovvero la pulizia del suono e l’intonazione ben sostenuta anche nelle sonorità delicate. Il compositore del brano che ascolterete è G. F. Handel, compositore del ‘600 molto legato a questi strumenti; il pezzo è una trascrizione per 12 ottoni di un’ode scritta in onore della regina Anna dal titolo “eternal source of light divine” …