Accidenti o alterazioni … continua!
Arricchendo le nostre conoscenze affiniamo la nostra capacità di ascolto. Teoria si, ma anche tanta pratica.
Proseguiamo con il discorso, arricchendo le informazioni già fornite nel video “accidenti o alterazioni (1)“. Se l’argomento del video (1) era principalmente incentrato sulle alterazioni momentanee – sempre dal punto di vista di conoscenza e di ascolto – oggi punteremo invece l’attenzione su quelle fisse, “in chiave”.
Le alterazioni fisse indicano la scala, la tonalità di un brano. Quando un compositore sceglie la scala di impianto del brano, posiziona le alterazioni necessarie affinché i rapporti tra le note siano rispettati. Un esecutore quindi vede dopo ogni chiave (violino – basso – ecc) – e ad ogni inizio di pentagramma – le alterazioni che deve eseguire.
Ora poniamoci la stessa domanda presente nel primo video che trattava questo argomento: “se ascolto un brano mi accorgo delle alterazioni fisse?“. NO! Se tutto è scritto ed eseguito nel modo corretto l’ascoltatore non si accorge di nulla, percepisce il corretto svolgersi della melodia. Me ne posso accorgere solamente se avviene qualcosa di errato; se l’esecutore non esegue l’alterazione necessaria allora si che l’orecchio se ne accorge, e in modo sgradevole.
Facciamo un esempio pratico: vi eseguo l’inizio della melodia dell’inno alla gioia in fa maggiore. Fa maggiore vuol dire che in chiave è presente il si bemolle, quindi tutti i “si” devono essere eseguiti abbassati di un semitono: ciò farà sì che la melodia dell’inno alla gioia risulti corretta in questa tonalità (esecuzione nel video). Vi eseguo di nuovo la melodia, ma questa volta non suono un si bemolle (esecuzione nel video).
Ora si che ci siamo accorti, abbiamo ricevuto una “pugnalata nello stomaco”, l’errore è immediatamente balzato alle nostre orecchie…