Il primo obiettivo di questo video è conoscere gli accidenti o alterazioni.
Il secondo obiettivo è riconoscerli all’ascolto.
Teoria/pratica: conosco la teoria e in pratica … riconosco!
Argomento di oggi: accidenti o alterazioni. Alterazioni è il termine più comune e più utilizzato, mentre accidenti è il termine antico – che si rifà alla definizione filosofica di “accidente” – ovvero: una variazione all’essenza (indica una determinazione o qualità che non appartiene all’essenza di un oggetto). Per il nostro argomento l’essenza è la nota e la variazione è l’alterazione!
Le alterazioni di base sono: il bemolle, il diesis e il bequadro. Il bemolle abbassa la nota, la rende più grave di un semitono. Il diesis alza la nota, la rende più acuta di un semitono. Il bequadro riporta tutto allo stato naturale: possiamo immaginarlo come la gomma che cancella i precedenti “accidenti”.
Il bemolle e il diesis possono presentarsi anche raddoppiati: doppio bemolle e doppio diesis. Essi spostano la nota di due semitoni, o in discesa o in salita. Se dovesse servire può quindi essere utilizzato il doppio bequadro per riportare il tutto allo stato naturale.
Dove troviamo le alterazioni in un brano e quali sono le regole che le governano? Esse si presentano o fisse, dette anche “in chiave”, o momentanee. Quelle fisse potete ritrovarle dopo ogni chiave, sia essa di violino – basso ecc – e ad ogni pentagramma. Le alterazioni in chiave indicano la scala, la tonalità di un brano. Sull’argomento “alterazioni fisse” ci soffermeremo maggiormente in un prossimo video.
Oggi dedichiamo maggiormente l’attenzione a quelle momentanee. Come dice il termine esse hanno un effetto non stabile, di durata limitata. Il loro effetto si protrae sino alla linea di battuta, una sola battuta! Se il compositore, uscendo dalla battuta, volesse nuovamente la modifica di intonazione dovrà riscrivere l’alterazione anche nella battuta successiva, e via dicendo…