Il diapason è lo strumento a cui facciamo riferimento per regolare l’intonazione.
Il percorso per definire la sua frequenza è stato lungo e controverso.
Un oggetto dalla struttura semplice ma dalla storia complessa.
Se vi incuriosisce… vediamolo insieme.
Il diapason è lo strumento a cui facciamo riferimento per regolare l’intonazione.
Se viene messo in vibrazione – grazie ad una percussione – produce una frequenza di 440 Hz, che coincide con la nota LA del secondo spazio letta in chiave di violino. 440 corrisponde alla quantità di vibrazioni prodotte ed Hz (Hertz) è l’unità di misura dell’altezza.
La quantità di vibrazioni determina l’altezza di un suono: più il numero aumenta e più il suono diventa acuto, più il numero diminuisce e più diventa grave. Ascoltiamo ora (nel video) il suono prodotto dal diapason, con e senza una cassa di risonanza.
Quando si parla della storia di questo oggetto non ci si sofferma più di tanto su chi l’ha inventato – ovvero il musicista John Shore nel 1711 – ma principalmente sulla lunga e controversa definizione di una altezza comune a cui il mondo musicale si potesse uniformare.
Siamo arrivati a tale traguardo solo nel 1953: ciò può darvi subito l’idea di quanto questa decisione sia stata lunga e faticosa. Sino al 1953 l’altezza del LA era molto, ma molto, varia.
Consideriamo, ad esempio, alcuni periodi storici per cercare di capire meglio. Caliamoci nel 1500 e pensiamo alla musica sacra. Chi dava il LA in quel periodo? L’organo! In ogni chiesa vi era un organo; ma proprio perché siamo in epoca antica la costruzione di questi strumenti non era così sofisticata da far sì che tutti fossero intonati alla stessa altezza (generalmente variava da 400 a 390 Hz). Quindi ogni chiesa aveva il suo “LA” …