La musica vocale è protagonista di questo video.
Dal medioevo ad oggi, attraverso i nostri consueti esempi sonori, analizzeremo due pilastri della struttura compositiva: monodia e polifonia.
Monodia e polifonia sono due pilastri della struttura compositiva musicale della nostra storia, ma anche del nostro presente. In questo video li affrontiamo tenendoli sotto controllo entrambi (qui trovi il TEST su monodia o polifonia).
Partiamo dal significato letterale di questi due termini. Monodia è composto da mono=una e da dia=radice di melodia: ovvero l’esecuzione contemporanea di un’unica melodia, che è una sequenza di note una dopo l’altra. Passiamo a polifonia: poli=più e fonia=voci. Per “voci” non intendiamo solo più persone che cantano, ma vuol proprio dire più linee melodiche sovrapposte nello stesso brano: una sequenza contemporanea di più melodie.
Passiamo ora ad un aspetto di carattere storico: chi è nato prima? La risposta è: la monodia, il canto monodico. Il canto monodico è quello, tutto sommato, più semplice sia da eseguire che da comporre. Il riferimento per eccellenza è il “canto gregoriano“. Il canto gregoriano è un canto sacro e, il più delle volte, corale; viene eseguito non dai fedeli ma da un gruppo di cantori che esegue contemporaneamente la stessa melodia.
Ora ascoltiamo un breve frammento musicale: immediatamente ci caleremo in quella che è l’atmosfera medioevale del canto gregoriano (ascolto nel video). Questo è un esempio che datiamo immediatamente e che fa emergere l’effetto mistico di tale forma di canto. Tuttavia, ciò che a noi interessa sottolineare, è l’esecuzione di una nota dopo l’altra da parte di tutti gli esecutori: questo è proprio il canto monodico, ed è la prima forma di canto utilizzata sia nella musica sacra che in quella profana.
Successivamente si è sentita la necessità di qualche cosa di più “ricco”. Ecco che nasce, intorno all’anno mille, la polifonia …
Desideravo fare due correzioni al mio stesso commento: a) la cornamusa grazie all riserva d’aria propria è uno strumento a fiato umano sì ma che va a finire nel gruppo 2b, lo sarebbe anche un flauto con palloncino od altra camera di riserva d’aria.
b) Più che “corde grattate” avrei dovuto dire: corde sfregate.
L’armonica a bicchieri, bellissimo strumento molto sottoutilizzato, con o senz’acqua, appartiene al gruppo 1 se i bicchieri vengono leggermente percossi (esempio: da una posata), al gruppo 2b quando sfregati dalle impronte digitali sul bordo ch’è infinito da percorrere perché circolare, ch’esso sia fermo o rotante, e dunque produce suono continuo senz’arresto.
Mi sento di dover aggiungere un’altra fondamentale distinzione, che non ho letto da nessuna parte ma che dovrà esistere scritta da qualche parte e ch’è fondamentale pur essa come polifonico e monodico: tra strumenti a note interrotte (1) e strumenti a note continue (2): i primi producono una nota ad intensità istantanea che poi decresce irrimediabilmente, spesso rapidamente ma non è detto, e dunque sarà interrotta naturalmente da tale decrescenza; esempio: corde pizzicate (chitarra, arpa, pianoforte, maranzano), corde martellate (yangqin), campane, xilofoni, tamburi, piatti, gong ecc.; i secondi (2) producuno una nota ad intensità che può esser prolungata senza decrescenza per un certo tempo (2a) o virtualmente senza mai decrescenza dunque all’infinito (2b); esempi: corde grattate da archi od altro (violino e suo gruppo: 2a, ghironda: 2b), tutti gli strumenti a fiato (dal flauto alla tromba all’armonica a bocca: 2a) o a vento di mantice (fisarmonica: 2a, organo: 2a se ad un solo mantice, 2b se a più mantici sfasati nel tempo o con soffiatrice continua a turbina). La voce umana rientra in questo gruppo ma nel 2a e non nel 2b poiché i polmoni esauriscono l’aria e la nota deve poi fermarsi, così come in tutti gli strumenti a fiato umano.
La accettate tale altra classificazione? E’ stata già fatta, no?
Io ho sempre preferito gli strumenti del gruppo 2 tipo l’organo azionato da turbina (2b), od il flauto (2a), ma sto apprezzando recentemente quelli del gruppo 1 come l’arpa o il guzheng poiché polifonici più semplici (ma non la chitarra od il mandolino mai troppo piaciutimi, per non parlare dello spesso odiato pianoforte, spinetta e similari).
E voi due?
Questi sito e utile e la nostra prof ci ha parlato di questo proprio come sta scritto qui….
E stato molto bello leggerlo!
????????????????????????
la nostra professoressa ci ha parlato della monodia e polifonia e ci ha fatto vedere il suo video!!
Ottimo.
SCUSA POTRESTI FARCI DEGLI ESEMPI DI STRUMENTI CON SUONO MONODICO E CON SUONO POLIFONICO?
Quando parliamo di strumenti ci riferiamo alla possibilità, o meno, di eseguire più suoni contemporaneamente. Più suoni contemporanei permettono l’eventuale esecuzione di più melodie sovrapposte – polifonia – (strumenti: organo, pianoforte, arpa, ecc). Strumenti che eseguono sostanzialmente un suono alla volta sono ad esempio il flauto, il clarinetto, l’oboe ecc.