Valzer, ovvero tempo ternario per eccellenza!
Attenzione però … le apparenze possono ingannare. L’ascolto attento aiuta sempre!!!
Oggi parliamo di valzer! Ci dedichiamo al valzer… ma non troppo. Così come recita il titolo di questo video, prima ascolteremo e parleremo della forma classica e poi, nella seconda parte, ci dedicheremo a questo “ma non troppo”.
Quando pensiamo a questa forma abbiamo nella nostra testa un modello, uno stereotipo, una immagine e un ricordo sonoro che si presentano immediatamente. Vediamo se il vostro modello di “valzer” collima con quello che ora vi faccio sentire; ascoltiamo ora quello che potrebbe essere definito un tipico valzer (ascolto nel video).
Abbiamo ascoltato il valzer tratto dalla Vedova allegra di Franz Lehar conosciuto con il titolo “tace il labbro”. E’ un ballo e, nella sua struttura classica e più conosciuta, nasce tra la fine del settecento e l’inizio dell’ottocento.
Inizialmente questo ballo ha avuto dei contestatori poiché era considerato un ballo volgare, visto che per la prima volta dama e cavaliere si abbracciavano. Facciamo riferimento ovviamente al contesto delle sale e dei saloni della borghesia e aristocrazia del periodo, e non certo alla tradizione popolare.
Prima del valzer esistevano balli come il minuetto, che è indubbiamente un ballo più rigido, nel quale il contatto fisico tra i ballerini era limitato alla sovrapposizione delle mani. Quindi l’avvento del valzer è una novità; inizialmente contestato ma, nel giro di poco tempo, diventerà un ballo molto amato.
Se pensiamo ad una città associata a questo ballo immediatamente ci viene in mente Vienna e, altrettanto immediata, è l’associazione alla famiglia Strauss.
Da un punto di vista musicale la composizione presenta una melodia orecchiabile e coinvolgente e la connotazione più evidente è la scansione del tempo in tre, quindi tempo ternario! …