La suite è una forma strumentale che, attraverso vari secoli, ha dato spunto e ispirazione a molti compositori. Anche la musica rock ha attinto da questa forma.
Se vi incuriosisce, possiamo fare questo percorso insieme.
La suite è una forma strumentale in cui più danze sono riunite assieme. Ebbe un grande sviluppo nel Rinascimento quando si diffuse in tutti i ceti l’amore per la danza ed era in voga il ballo promiscuo: terreno quindi fertile per la fioritura di questa forma.
Nel ‘600 abbiamo la definizione della sua struttura tipica, ovvero: allemanda, corrente, sarabanda e giga. Tale struttura prevede l’alternanza di danza lenta o moderata e danza veloce: l’allemanda e la sarabanda sono lente, la corrente e la giga veloci.
La suite può avere delle aggiunte; talvolta sono precedute da un preludio, oppure vengono inserite altre danze come la gavotta, la bourrée, il minuetto ecc.
Nel periodo Barocco sarà la composizione strumentale più diffusa – compositori italiani, francesi e tedeschi la utilizzeranno abbondantemente – ma non più legata esclusivamente alla danza. In questo periodo era anche chiamata partita; dall’inizio del XVII secolo, in Italia, furono chiamate partite quelle successioni di variazioni su melodie note aventi, a volte, carattere di danza.
E’ giunto il momento di permettere anche alle nostre orecchie di “entrare” nella suite. Rimaniamo nel periodo Barocco facendo un assaggio della “suite in si bemolle maggiore” per clavicembalo di Johann Pachelbel. Ascoltiamo un frammento della allemanda (prima danza – andamento moderato) e della giga (ultima danza – andamento più mosso) Suite in B flat major – Allemanda e Giga.
Questo era un esempio di suite barocca. Proseguiamo ora …