Il Campanello è una breve opera di Gaetano Donizetti.
Pur essendo stata composta nel 1836 utilizza i recitativi secchi, occasione quindi per conoscere e ascoltare esempi di “recitativi”.
Inoltre “mio signore venerato” – il duetto più famoso dell’opera – ci permetterà di conoscere maggiormente questa composizione.
Il Campanello è una breve opera di Gaetano Donizetti. Viene anche chiamato melodramma giocoso in un atto. La sua durata è di circa cinquanta minuti: così abbiamo l’idea di cosa vuol dire “breve opera”.
Tale composizione, scritta da Donizetti per il Teatro Nuovo di Napoli, nasce come farsa in musica. Le farse in musica erano un tipo di spettacolo che alternava parti musicali a parti parlate, spesso anche in dialetto. In un secondo momento Donizetti trasformerà “Il Campanello” in una opera buffa.
La sostanziale modifica riguarda i momenti del puro parlato che diventeranno dei recitativi. Cogliamo l’occasione per soffermarci su queste parti del melodramma: i recitativi hanno la funzione, all’interno dell’opera, di facilitare la comprensione del testo. Sono le parti in cui i cantanti spiegano l’azione o descrivono e raccontano momenti fondamentali per la comprensione della trama.
Per rendere tutto ciò i cantanti eseguono melodie molto semplici – quasi un parlato intonato – e l’accompagnamento strumentale risulta marginale.
Nella prima parte della storia del melodramma il recitativo è definito “secco“. Ci riferiamo al 1600: è proprio in tale periodo che ritroviamo questo tipo di recitativo. L’aggettivo “secco” si riferisce maggiormente all’accompagnamento che viene eseguito dal clavicembalo con un andamento di sostegno alle voci – procedendo con accordi e arpeggi – per dare fondamentalmente un supporto all’intonazione.
Successivamente – nel 1700 – l’accompagnamento strumentale al recitativo si arricchirà. Nasce quindi il “recitativo accompagnato“, nel quale l’esecuzione è sorretta dall’orchestra e i cantanti sono meno liberi ritmicamente. Alessandro Scarlatti ne farà un uso frequente.
Nel 1800 la modifica avvenuta soppianterà “quasi” definitivamente il recitativo secco …