Vediamo insieme come i gradi della scala ci aiutano a capire le funzioni delle note all’interno di un brano. Tanti esempi sonori, e perfino un cartone animato, ci faciliteranno il compito.
I gradi della scala. Ad ogni singolo gradino che compone una scala musicale viene attribuito un nome che ne indica la sua funzione e importanza. Ora li vediamo indicati () in sovrapposizione ad una porzione di tastiera, quella che rappresenta la scala di DO, la nostra scala di base.
Su ogni tasto sarà evidenziato sia il nome della nota che il relativo grado. Dall’immagine emerge che quattro gradi su sette hanno nomi diversi mentre gli altri tre hanno nomi che derivano da gradi vicini. Ora ve li elenco dal primo al settimo: tonica, sopratonica, mediante o caratteristica o anche terza modale, sottodominante, dominante, sopradominante e infine sensibile.
Parliamo ora dei quattro gradi più determinanti all’interno di una scala.
E’ importante ricordare che le funzioni di questi gradi si rifanno sempre ad una teoria e costruzione musicale tradizionale, classica e popolare. Se, ad esempio, analizzassimo costruzioni musicali dodecafoniche, lontane quindi dalla tradizione classica, questi gradi – e le relative funzioni – non avrebbero senso.
Partiamo dal terzo grado, ovvero la caratteristica (utilizzo uno dei suoi nomi): questo grado determina il modo di una scala, ovvero se è in maggiore o minore, e quindi il suo carattere. Se siamo in DO maggiore l’accordo è formato dalle note DO, MI e SOL DO maggiore; se la scala è DO minore l’unica nota che cambia nell’accordo è il MI (terzo grado = caratteristica) che diventa MI bemolle DO minore.
Passiamo al settimo grado: la sensibile. Già il termine vi può dare qualche suggerimento …